mercoledì 23 marzo 2011



Lampedusa vuole l'indipendenza

Riporto solo una parte dell'articolo.

LAMPEDUSA - L’isola che non ne può più si raccoglie sul molo commerciale dove da una nave militare con un cannone a prua e un elicottero a poppa sbarcano 129 tunisini salvati in alto mare. Ma il tempo della compassione, della comprensione, della solidarietà per molti abitanti di questo scoglio più vicino all’Africa che alla Sicilia sembra essersi consumato. Ed esplodono invettive, parolacce addirittura minacce di pescatori, albergatori, semplici casalinghe, giovani e anziani, arrivati qui per la motonave bloccata dal mare cattivo a Porto Empedocle, rimasti senza merce per negozi e attività, ma immersi fra centinaia di immigrati che continuano a sbarcare e tanti altri sgattaiolati fuori dal Centro accoglienza dove, con gli ultimi 25 approdi, si sfiora quota 3.000 unità. Una cifra con alti rischi. Un limite esplosivo. Dentro e fuori la ex caserma costruita per ospitare 850 migranti. Come prova anche la reazione di tanti isolani pronti ad applaudire, lì sul molo, davanti alle telecamere di Tv francesi, tedesche, olandesi, il titolare di un residence non appena invoca a squarciagola «l’indipendenza di Lampedusa dall’Italia e dall’Europa»: «Vogliamo amministrarci da soli visto che tutti ci lasciano soli». E gli fa eco un collega, quasi azzannando zoom e microfoni, rovesciando la rabbia anche contro una cronista cinese che traballa su se stessa: «Qua scorrerà sangue fino all’Oceano Indiano...».

«MEGLIO ESSERE COME MALTA» - Difficile archiviare come semplici sfoghi queste sfuriate che non hanno di mira i nordafricani, ma le autorità, gli uomini politici, il governo e sempre più spesso i giornalisti, «colpevoli» di rappresentare una Lampedusa invasa dai clandestini, dando così un’immagine che scoraggia i turisti e moltiplica le disdette non solo per Pasqua ma anche per la già compromessa stagione estiva. Si moltiplicano voci che non possono non essere registrate: «Si arricchiscono tutti sulle spalle dei lampedusani... Noi siamo preoccupati da noi stessi perché quando esplode la rabbia di un popolo la reazione non è pacata, controllata, intelligente... Se soli ci lasciano, meglio l’indipendenza, come Malta. Ma dovete uscire fuori tutti dai c...». Volano parole grosse. E qualche spintone. Come è accaduto al cronista di una Tv privata di Agrigento che voleva riprendere una riunione di albergatori. «Mi cacciate via? Ma io passo i servizi a tanti reti Tv, ho investito 30 mila euro nei mezzi...». Se l’è vista brutta. «E tu investi sulle nostre disgrazie?».

Fonte: L'isola assediata che vuole l'indipendenza

2 commenti:

Anonimo ha detto...

io sono per il ritorno della Sicilia indipendente come lo e' stata dal 1100 al 1700 grazie ai Normanni che riuscirono a sconfiggere gli arabi dalla Sicilia e ripristinarono il Cristianesimo.
Purtroppo adesso, l'islam sta tornando, grazie ai nostri politici di M.... a cui fa comodo che la Sicilia rimanga sempre indietro!

Libero Cittadino ha detto...

Il termine esatto che racchiude l'essenza dei nostri politici è "vassalli". I politici della regione Sicilia sono semplicemente dei vassalli cioè i rappresentanti degli invasori cioè gli italiani. Questi vassalli hanno il compito di indebolire sempre di più la Sicilia, favorire la criminalità che è parte integrante dello stato, riscuotere i tributi da donare ai signori di Roma, cacciare i cittadini dal territorio per trasformarla in una enorme base militare a disposizioni dei cani americani e inquinare ovunque pur di prendere le mazzatte oltre che favorire la nascita e il sostentamento di finti partiti indipendentisti che dividono i siciliani e li mettono l'uno contro l'altro per evitare la ribellione. E alcuni partiti sembrano veramente credibili...l'unica cosa che ci può salvare è la protesta nelle piazze. Il mondo virtuali ha i suoi limiti e a nessuno glie ne frega niente dei vari gruppi su facebook, serve la piazza tanto ormai non abbiamo nulla da perdere.