Il post seguente è solo una piccola parte in continuo aggiornamento…
Dopo la deplorevole unità d’Italia esplode in tutte le sue manifastazioni e in maniera incontrollata il fenomeno mafioso che arriva sino ai giorni nostri ancora vivo e attivo ma con obiettivi completamente diversi almeno in apparenza. La mafia è un’associazione di famiglie organizzate a livello regionale e proprio per questo prende nomi diversi a seconda della regione di origine: cosa nostra in Sicilia, “ndrangheta” in Calabria e camorra in Campania quelle più conosciute. Le origini di cosa nostra si perdono nel tempo, nessuno può dire, nonostante pareri contrastanti, il momento esatto in cui è nata la mafia e il comportamento definito “mafioso”; di certo c’è che le cause sono da ricercare principalmente nella conformazione del territorio siciliano, un’isola i cui contatti con il mondo esterno sono delimitati dal mare e ancor di più dalle continue dominazioni straniere. Quei nove lunghi secoli di dominazione straniera non sono di certo passati inosservati neppure oggi, il fenomeno nasce perché la popolazione cerca di preservare se stessa: usi, costumi e tradizioni che inevitabilmente saranno influenzati dai dominatori come ad esempio l’uso del velo da parte delle donne solo per citarne qualcuno. Nell’isola si crea una sorta di “governo indigeno” composto da coloro che hanno la forza di farsi valere quindi costituito sia dai ricchi, che per la loro potenza economica possono permettersi di controllare l’economia e di conseguenza il popolo, sia da coloro che cercano di affrancarsi dalla povertà; questo “governo” in un certo senso detta, se così si può dire, le regole al dominatore straniero e nello stesso tempo rappresenta tutti i cittadini quindi è colui che legittima il nemico e il nemico, a sua volta, cerca di tenerselo amico insomma le famose trattative tra mafia e stato italiano negate da quest’ultimo, anche se in molti casi per scopi diversi, ne sono la dimostrazione.
La mafia facendosi quindi garante del bene della comunità riesce ad avere la pressochè totale adesione dei cittadini e oggi non è cambiato molto. Da ciò ne consegue che mafia e politica erano un’unica cosa e non potrà mai esistere una legge a prova di mafia, lo dimostra il 41bis, il cosiddetto carcere duro, perché nonostante ciò queste persone riescono a comunicare con l’esterno, a dare ordini, a controllare gli affari di “famiglia” e ad accrescere il loro potere tante che il carcere sembra sia diventato il passo obbligato per arrivare alla vetta del potere, lo dimostra il fatto che il prefetto Moro o “prefetto di ferro” inviato da Benito Mussolini nonostante l’uso della violenza non sia riuscito a sconfiggerla e, se non c’è riuscito lui, non ci riuscirà la propaganda di un certo presidente del consiglio e non ci riuscirà nessun altro. Oggi sicuramente non è più quella di una volta, nel corso degli anni è cambiata per adattarsi ai tempi dimostrando grandi capacità e lungimiranza e sta cambiando ancora esattamente ciò che fa uno stato per modernizzarsi e stare al passo con i tempi. L’unica soluzione è l’indipendenza, solo così svanirà tutta la “storia” del pizzo e delle estorsioni fatte da persone che credono di rappresentare tutti quindi credono di essere la legge cioè lo stato stesso. Un momento di gloria per le “famiglie siciliane” fu la trattativa con gli alleati che ne permise lo sbarco in Sicilia ma queste non riuscirono nell’impresa di rendere indipendente l’isola; con le successive trattative l’isola ottenne l’autonomia ma nessuna forma di benessere per i suoi abitanti per l’incapacità politica dei suoi governanti ma questa è un’altra storia.
Se l’usurpatore piemontese è riuscito a conquistare il Regno delle Due Sicilie con l’invio di 120 mila uomini cioè metà del suo esercito, con fucilazioni, stupri e violenze di ogni genere oggi le famiglie del sud, la mafia, si è pienamente infiltrata nel tessuto economico del nord e nella politica e pare che ne stia minando le fondamenta.
All’invasore piemontese non è bastato rubare l’immenso tesoro del Regno delle Due Sicilie ma ha imposto le sue leggi ke hanno annientato l’economia del sud. La risposta fu il brigantaggio, stroncato con l’invio di 120mila soldati e vi fu un massacro; da quella spaventosa repressione nacque la mafia e l’emigrazione in massa dei cittadini. L’usurpatore si appresta pure a festeggiare il 150° anniversario dell’unità ke al nord ha portato enormi benifici e al sud, invece, solo dolore. Ribelliamoci
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